Sulle vie del Passatore
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Romagna solatìa, dolce
paese G. Pascoli In una manciata di chilometri un viaggio low cost nella storia e luoghi del (falso…) Robin Hood della Romagna La storia che vi raccontiamo è legata a paesi della bassa romagnola, paesi agricoli ma colmi di storia, di sofferenze e fame dovute al dominio della Borghesia e dello stato Pontificio, uno dei più arretrati e reazionari della penisola, che ne aveva preso la proprietà alla morte di Cesare Borgia. Da qui il brulicare di briganti per “necessità” il cui più famoso è appunto il Passatore. Stefano Pelloni nacque a Boncellino, una piccola frazione di Bagnacavallo. Il nome di Passatore deriva dalla attività del padre, che traghettava merci e persone sul fiume Lamone di cui fu aiutante e non dal fatto che spesso sconfinava in toscana attraversando gli appennini sulla via che oggi porta il suo nome in una famosa gara podistica da Firenze a Faenza la “100 Km del passatore”. Le sue gesta seminarono il terrore e furono vere e proprie occupazioni militari di interi paesi tra i quali Bagnara di Romagna (16 febbraio 1849), Cotignola (17 gennaio 1850), Castel Guelfo (27 gennaio 1850), Brisighella (7 febbraio 1850), Longiano (28 maggio 1850), Consandolo (9 gennaio 1851) e Forlimpopoli (25 gennaio 1851) la banda occupava le abitazioni dei più ricchi, che torturati e seviziati rivelavano i nascondigli del denaro e dei gioielli. Tra tutte la più famosa è l'occupazione di Forlimpopoli, avvenuta nella notte del 25 gennaio 1851. Durante l'intervallo, i briganti fecero irruzione nel Teatro Comunale, dal palcoscenico, puntando le armi contro gli spettatori terrorizzati e chiamandoli per nome, rapinarono uno ad uno gli spettatori presenti in sala. Tra le famiglie rapinate vi fu anche quella famoso gastronomo Pellegrino Artusi. Finita la razzia i banditi violentarono alcune donne presenti, tra queste sorella dell'Artusi Gertrude, la donna per lo choc subito perse la ragione e non si riprese più. La vicenda al Teatro di Forlimpopoli divenne talmente popolare da essere raccontata e cantata per decenni dai cantastorie. Grazie a una “spiata” del parroco di Russi, la gendarmeria Pontificia pose fine alla sua vita e alle sue gesta nel marzo del 1851, il cadavere come trofeo di caccia venne portato in giro per tutta la Romagna a dimostrazione dell’avvenuta uccisione. Il passatore fu sepolto in terra sconsacrata nel cimitero della Certosa a Bologna. Anche se elargiva denaro ai poveri per assicurarsi protezione, omertà e informazioni, resta uno dei più spietati briganti dell’epoca. Ecco i luoghi delle sue gesta. Il nostro intinerario non segue la cronologia delle sue azioni, per praticità per chi proviene da nord inizia dall’uscita dell’autostrada A14 Castel San Pietro per raggiungere a pochi chilometri il primo paese Castel Guelfo, per chi proviene da sud uscita A14 Valle del Rubicone l'inizio sarà Longiano percorrendo l'intinerario al contrario. Per i non amanti delle autostrade i paesi sono su diramazioni della via Emilia, da nord sempre da Castel San Pietro, da sud da Savignano sul Rubicone Castel Guelfo: Ancora oggi il centro storico di Castel Guelfo conserva ben definita la sua fisionomia tardo-medievale e l'antico impianto rettangolare, di notevole interesse storico-artistico. Attraverso la settecentesca piazza triangolare, il Borgo, si accede al centro storico racchiuso dentro mura e torrioni. Lungo la via principale si incontrano i palazzi di rappresentanza, i portici e la chiesa parrocchiale. Edifici notevoli del centro storico, oltre alle antiche mura ed alle torri angolari, sono il palazzo Malvezzi-Hercolani con un grazioso cortile a due ordini di portici, restaurato ed oggi sede municipale, il Palazzo del Podestà, anch'esso restaurato con torre e chiostro quattrocentesco, la Chiesa parrocchiale edificata su disegni del famoso architetto Angelo Venturoli ed il Cassero, un tempo unica porta di accesso al castello e torre di difesa. Per informazioni sugli edifici e monumenti storici:
http://www.comune.castelguelfo.bo.it/27/136/vivere-a-castel-guelfo/gli-edifici-e-i-luoghi-storici Bagnara: è situata nella bassa pianura ravennate, un territorio dove sono ancora visibili le tracce dell'antica centuriazione romana e dove riaffiorano, di tanto in tanto, reperti databili all'epoca villanoviana (prima età del ferro) e al periodo etrusco. Il toponimo di Bagnara è collegabile alla qualità del terreno, un tempo paludoso, oggetto di bonifica da parte degli Etruschi e successivamente colonizzato dai Romani (Silva Bagnaria o Balnearia ). Bagnara fu teatro di battaglie, saccheggi e oggetto di continui negoziati tra signori e piccoli tiranni. Oltre al vescovo d'Imola si avvicendarono nel suo possesso Uguccione della Faggiola, i Manfredi, gli Ordelaffi, i Da Polenta, i conti di Cunio, Barnabò Visconti, i Malatesta, gli Estensi. Fu Barnabò Visconti nel 1354 a dotare la località del sistema difensivo ancor oggi visibile. Da allora la località passò di mano a diversi padroni,
per informazioni su edifici e monumenti storici http://www.comune.bagnaradiromagna.ra.it/Citta-e-territorio Dal nostro intinerario la sosta per la notte è consigliata a Lugo, la bella e antica cittadina non fu teatro di gesta del Passatore ma vale sicuramente una visita alla Rocca, al Pavaglione, al museo dedicato a Francesco Baracca natio del paese e agli altri monumenti storici. La sosta si trova all’interno del bellissimo parco del loto Punto di Carico/Scarico Lugo sito in via Piratello Punto Sosta Camper Lugo Comunale gratuito sito all'interno del Parcheggio del PARCO del LOTO ingresso da via Foro Boario 200 mt dal centro.
Per informazioni sulla visita a Lugo http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio Bagnacavallo: il suo nome legato a leggende deriverebbe da una misteriosa sorgente termale che avrebbe ridato vita e vigore allo stremato cavallo dell’imperatore Tiberio, ma come si sa… le leggende hanno sempre un fondo di verità. Città d'arte nel cuore della Romagna, Bagnacavallo conserva un singolare centro storico a pianta centrale che si è sviluppato attorno all'antica sinuosa Strada Maestra. Le prime tracce di insediamento umano a Bagnacavallo risalgono alla tarda età del bronzo. Dopo essere stata dominio umbro, etrusco, gallico, passa ai Romani divenendo città di notevole importanza. Dopo la caduta dell'impero romano, si susseguono le dominazioni gotica, bizantina, longobarda. In epoca medievale, la città è in potere delle signorie locali. Dopo il dominio bolognese e faentino la città passa ai Conti di Cunio, ai Manfredi, allo Stato Pontificio e al Capitano di ventura Giovanni Acuto. Dal 1440 al 1598 è di proprietà della famiglia d'Este, poi fa parte dello Stato della Chiesa fino all'Unità d'Italia.
Per informazioni sugli edifici e monumenti storici http://www.comune.bagnacavallo.ra.it/Citta-e-territorio/La-citta/Informazioni-generali-sulla-citta Per la sosta a Bagnacavallo: AREA DI SOSTA COMUNALE GRATUITA DI VIA STRADELLO L'area di sosta di via Stradello è attrezzata per la sosta breve di camper e roulotte; è fornita di camper service e svuotatoio chimico. L'accesso è libero, gratuito ed autogestito. Cotignola: “Senza limite la ferocia di costoro: devastate le campagne, arse e saccheggiate le città, violate le fanciulle, i prigionieri torturati, abbacinati, bruciati vivi, dati in pasto ai cani e i corpi loro fatti a pezzi, e non essendovi altre armi che le loro, avveniva che persone, province, onore, tutto precipitasse in mano di questi barbari avventurieri. L’Italia osservava con dispetto quelle orde di avventurieri… aspettava un genio che a quelle milizie mostrasse in che è locata la gloria e dove l’infamia, le trascinasse nelle campagne, le mettesse in militare ordinanza e le spingesse salde, compatte e meglio agguerrite a mutare il destino delle città o volgere in fuga scompigliata i fanti e cavalieri stranieri. E venne quindi il genio cui sospirava l’Italia: Alberico da Barbiano.” Questa l’immagine che lo storico Fabretti dà di Cotignola. Una storia fatta di imprese memorabili e coraggiosi capitani di ventura, di splendori e personaggi illustri. La storia degli Sforza, di Alberico il Grande, degli artisti Marchesi e Zaganelli. Ma anche la storia di una Cotignola minore, che ha conosciuto momenti bui e forti crisi, per arrivare alla pressoché totale distruzione con il secondo conflitto mondiale.
Per informazioni su edifici e monumenti storici: http://www.comune.cotignola.ra.it/Citta-e-territorio/Cenni-Storici Brisighella: è un antico borgo medievale e termale della Valle del Lamone, nell’Appennino Tosco-Romagnolo, fra Firenze e Ravenna…Lo caratterizzano tre pinnacoli rocciosi, i famosi tre colli, su cui poggiano la rocca manfrediana ( sec. XIV), il santuario del Monticino (secolo XVIII), la torre detta dell’Orologio (sec. XIX).La tranquillità che regna nel borgo e nei dintorni ne fanno il luogo ideale per abbandonare ogni stress e dedicarsi alla cura di sè stessi.Un mare di verde, sentieri e scalinate gessosi, antichi luoghi di culto, case poste in strade caratteristiche…. tutto a Brisighella crea un insieme di sensazioni e di esperienze uniche che suscitano ricordi ancestrali, lontani e vicini, di un mondo ormai scomparso da secoli. E’ una terra ospitale, ricca di tradizioni, sapori, bellezze architettoniche e naturalistiche, insignita delle più prestigiose certificazioni (Borghi più Belli d’Italia, Cittaslow, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano), a testimonianza delle sue eccellenze e della sua qualità di vita.
Per informazioni su edifici e monumenti storici: http://www.brisighella.org/ Sosta camper: Piazza Donatori di Sangue, Brisighella (RA) Tariffe: € 10,00 24/h Apertura annuale Animali ammessi, Per informazioni contattare la ProLoco: 0546 81166 – iat.brisighella@racine.ra.it in alternativa sosta gratuita a Faenza (9 km) presso il parcheggio del giardino centro Marconi, ingresso da via G.Marconi, (riferimento farmacia comunale 2) praticamente in centro. Anche Faenza e Forlì non sono state teatro delle gesta del Passatore ma sono città storiche a cui dedicare una visita, informazioni sulla nostra pagina territorio https://www.galassiacamper.com/territorio.htm Forlimpopoli: nel II secolo a.C. i Romani, sfruttando la favorevole posizione, fondarono nel cuore della Romagna Forum Popili, un foro che si sviluppò e prosperò per secoli. Le testimonianze di quel passato si possono ammirare nelle sale del M.A.F. Museo Archeologico di Forlimpopoli, dove diverse collezioni ci parlano della città antica, ancora oggi in gran parte a noi sconosciuta. La parte del leone la fanno le numerose anfore romane dal caratteristico fondo piatto, uniche nel loro genere e prodotte esclusivamente dalle fornaci di Forlimpopoli. Destinate al trasporto del vino e dell’olio, esse testimoniano l’antica vocazione agricola della città e l’attitudine, rimasta inalterata, alla valorizzazione –attraverso il commercio– dei prodotti di questa terra. Il Museo è ospitato all’interno della Rocca di Forlimpopoli appartenuta alla potente famiglia degli Ordelaffi, signori di Forlì tra il XIII e il XVI secolo; è anche sede degli uffici comunali e del grazioso ottocentesco Teatro Giuseppe Verdi, passato alla storia per la drammatica incursione della banda del Passatore, la notte del 25 gennaio 1851. Affacciata sulla piazza Garibaldi, principale luogo di incontro della città, la Rocca può essere un buon punto di partenza per un itinerario alla scoperta del ricco patrimonio di storia e di arte.
Sul lato opposto della piazza rispetto alla Rocca, si può ammirare il Palazzo della Torre mentre la caratteristica Piazza Pompilio getta uno sguardo sugli antichi mestieri attraverso la Loggia della Beccheria e della Misura. Proseguendo lungo via Costa si raggiunge Casa Artusi, il primo Centro di Cultura Gastronomica in Italia dedicato alla cucina domestica. Casa Artusi trova spazio nel complesso museale della Chiesa dei Servi, ricavato da un antico monastero e dalla chiesa annessa, di cui conserva opere di grande valore, a partire dalla pala d’altare con L’Annunciazione di Marco Palmezzano (1533). Completano la visita della cittadina le numerose chiese di notevole pregio, come la Basilica di San Rufillo, di origini antichissime, intitolata al primo Vescovo della Diocesi di Forlimpopoli. Meritano poi una sosta anche la chiesa di San Pietro Apostolo (che conserva resti di colonne afferenti all’edificio romanico e lacerti di affreschi quattrocenteschi), la piccola ma graziosa chiesa del Carmine (con decorazioni del pittore forlimpopolese Paolo Bacchetti), la chiesa della Madonna del Popolo, di origine cinquecentesca, che custodisce all’interno testimonianze artistiche del pittore forlivese Giuseppe Marchetti e del pittore cesenate Lucio Rossi, e la Chiesa della Madonna di Loreto.
Per sostare a Forlimpopoli: Sosta comunale gratuita Via del Tulipano – 47034 Forlimpopoli FC Tel. + 39 0543 749211 Fax. + 39 0543 749247 http://www.forlimpopolicittartusiana.it/wp-content/uploads/2015/05/In-camper-a-FORLIMPOPOLI.pdf Longiano: Le origini di Longiano sono lontane, e risalgono probabilmente ai tempi della discesa in Italia dei Longobardi, ovvero al VI Secolo d.C. La costruzione di un primo nucleo del castello risale probabilmente al periodo fra i secoli VII e VIII. Una pergamena risalente al 1059 attesta la presenza di un'importante roccaforte a difesa della popolazione dalle incursioni barbariche. La postazione assunse sempre maggior importanza e fu alleata dei riminesi di cui difese i territori contro i rivali cesenati, che nel 1198 distrussero il castello di Longiano quasi interamente. Con l'aiuto dei riminesi, coi quali nel 1199 i longianesi stipularono un giuramento di fedeltà e di reciproco aiuto, il castello fu ricostruito e fortificato, tanto che nel 1216 i cesenati assalitori furono respinti e poi battuti sul vicino Monte della Sconfitta. Rimini cadde sotto il potere dei Malatesta e Longiano seguì la stessa sorte. Giovanni, il figlio di Malatesta detto lo Zoppo, fu nel 1290 il primo dinasta di Longiano. Nel 1297 i cesenati, uniti a forlivesi, faentini e imolesi, incendiarono il borgo di Longiano verso la Porta del Ponte, che conserva il nome di Borgo Bruciato, dopodiché i Malatesta aggiunsero nuovi bastioni, fortificando ulteriormente il Castello. I Malatesta governarono Longiano dal 1290 fino al 1463, quando la Romagna cadde sotto il diretto controllo dello Stato Pontificio e Longiano fu governata da vicari della Santa Sede. Nel 1503 le truppe di Cesare Borgia mettono al sacco il borgo e bruciano l'archivio Comunale, poiché la comunità Longianese rifiuta fedeltà al nuovo Signore della Romagna. Dopo quattro anni di dominio veneziano (di cui rimane ancora oggi a testimonianza la Vasca, detta appunto Veneziana, nella Corte del Castello), Leone X il 16 settembre 1519 concesse Longiano in feudo perpetuo al conte Guido Rangoni di Modena, già Consigliere Generale del Re di Francia Francesco I nelle guerre contro l'Imperatore Carlo V. Nel 1581 questi territori ritornarono in diretto possesso dello Stato Pontificio, fino a quando il generale Napoleone Bonaparte nel 1790 occupò con le sue truppe la Romagna, che rimase sotto il dominio napoleonico fino al 1814. Anche Longiano attraversò le vicende legate ai Moti risorgimentali: un cippo ricorda lo storico passaggio di Garibaldi che in fuga da Roma fu aiutato da alcuni Longianesi a raggiungere il mare di Cesenatico.
Per informazioni su edifici e monumenti storici: http://www.comune.longiano.fc.it/storia-cultura http://www.comune.longiano.fc.it/depliant per sostare a Longiano: Area Comunale gratuita Via Circonvallazione, 47020 Longiano il nostro intinerario sulle vie del Passatore termina qui volutamente saltando Consandolo in quanto si trova su una direttrice diversa. Testi e immagini: Galassiacamper, Comuni e Proloco oggetto dell’articolo. Mappe da Google Maps
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